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Ti capiamo: per noi è esattamente lo stesso!

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Magari vuoi saperne di più sulla nuova traduzione del Signore degli Anelli e sulla traduzione di Tolkien in generale?

O vuoi scoprire il legame tra Tolkien e le antiche leggende nordiche.

O ancora, vuoi approfondire i legami tra Tolkien e i grandi classici della letteratura, da Omero a Dante, da Manzoni a Shakespeare, ma anche Alfieri e E.A. Poe?

Oppure… vuoi sapere da dove Tolkien traeva le sue storie, cesellandole poi come un vero Fabbro di Parole?

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ALLA SCOPERTA DELLA CRITICA ITALIANA

Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit,
Il Silmarillion, ma anche le Lettere, la Biografia,
la History of Middle-earth

gli scritti di J.R.R. Tolkien sono davvero tantissimi, e spaziano dai racconti epici, al romanzo di formazione, al suo epistolario, a saggi e articoli accademici e via dicendo: un’autentica caverna delle meraviglie, tutta da esplorare!

  • Come orientarsi?

  • Come scoprire origini e connessioni?

Grazie alla critica letteraria, che si occupa proprio di darti indicazioni, suggerirti interpretazioni e idee nuove…

… permettendoti di scoprire sempre qualcosa di nuovo sul tuo autore preferito!

Abbiamo infatti selezionato

migliori prodotti della critica italiana contemporanea:

per darti una panoramica della via italiana a Tolkien.

Troverai diversi livelli e diversi approcci: dai volumi della nostra collana di punta dedicata alla saggistica, a quelli scritti da giovani studiosi capaci di portare un nuovo approccio, alle prestigiose riviste accademiche, che propongono gli atti di convegni svolti in collaborazione con l’Università di Trento.

In questo modo, potrai arricchire la tua collezione con ben 7 volumi tutti da esporre con orgoglio in libreria… e per immergerti nella Terra di Mezzo come mai prima d’ora!

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1

Collana I Rami: Tolkien e i classici I

A cura di R. Arduini, C. Barella, G. Canzonieri e C.A. Testi; 2019


Hai mai collegato Tolkien a Dante?
O a Omero, Chaucer o Coleridge?
O ancora, a Orwell o Collodi?

Dopo più di 80 anni dalla pubblicazione dello Hobbit, Tolkien è ormai uno dei grandi classici della letteratura. In questa raccolta di saggi di studiosi italiani e stranieri, potrai scoprire ispirazioni, suggestioni, origini e talvolta relazioni davvero inaspettate, tra antichità, medioevo ed età moderna.

RECENSIONI

Edward L. Risden su Journal of Inkling Studies
I believe the editors accomplished what they set out to do: both graduate and undergraduate students will find the topics and bibliographic resources helpful; moreover, the volume, apt for stimulating student research linking Tolkien with their own favourite authors, should make a valuable acquisition for academic libraries. […] While the essays vary in quality (as they will in almost any collection), each provides interesting comparisons that may encourage further exploration of the matrix of Tolkien’s literary influences and foster a better understanding of literary resonance. The references span a broad range of Tolkien’s work, from the most popular to the most esoteric, and they support the idea of Tolkien as a ‘classic’ by displaying what he shares with many other classic authors, old and new.


Willow di Pasquale su Mythlore
Tolkien and the Classics offers a refreshing assortment of perspectives on Tolkien’s works, connecting his writings to various canonical authors from the past. In doing so, the writers in this volume include both instantly recognizable Tolkien scholars (Tom Shippey and Amelia A. Rutledge, for example) and new contributors from such varied backgrounds as musicology, computer science, philosophy, and cultural management. This combination of lay and expert criticism furthers the pleasure provided by this collection—readers will find the variety of subjects and foci both accessible and stimulating. For the scholar, the student, and the enthusiast, Tolkien and the Classics is an enriching read. […] Accessible, enlightening, and entertaining, these essays add valuable voices to the current Tolkien studies discourse, highlighting the impressive range of scholarship being conducted and, one would hope, sparking curiosity in readers for scholarship yet to be explored. It is an invitation to return, to re-read the “greats,” and to see what new and exciting connections to Tolkien and his writings yet exist. In my estimation, this collection accomplishes what engaging scholarship should: it leaves one wanting more, in the best sense.


Luke Shelton su Journal of Tolkien Research
Tolkien e i Classici è un testo utile da avere quando si insegna in un corso di studi su Tolkien che si focalizza sulla critica testuale o sulla storia culturale poiché aiuta a presentare le influenze di altri scrittori su Tolkien e le idee che stavano circolando tra gli autori a lui contemporanei. È un volume accessibile a un ampio pubblico e la ricerca presentata è attendibile. Può essere un utile strumento anche per gli studiosi neofiti che vogliono avere una fonte che fornisca una veloce panoramica delle relazioni di Tolkien con altri eminenti autori. Tuttavia, questi neofiti dovrebbero considerare il testo come un punto di partenza che li indirizzi verso ricerche più approfondite, non come l’ultima parola sull’argomento.


Tom Hewitt su Mallorn
I curatori affermano che gli scopi di questa raccolta sono supportare la consapevolezza dell’importanza di un’interpretazione accademica dell’opera di Tolkien e offrire uno studio che possa essere utilizzato e apprezzato dagli studenti e dai docenti. Infatti, l’AIST osserva come gli scritti e gli studi accademici su Tolkien stiano diventando più diffusi a livello universitario e delle scuole di secondo grado. Considerando i suoi scopi, questo volume potrebbe essere uno strumento molto efficace: i saggi sono scritti in uno stile completamente accessibile e tuttavia non banalizzano il contenuto.
Complessivamente, il vantaggio e lo svantaggio di questi saggi sono nella loro brevità. La magia di questo volume può essere proprio quella di poter fruire ogni saggio in una breve sessione di lettura. Poiché lo scopo ricercato è aiutare gli insegnanti nel presentare Tolkien in un contesto legittimo, questi saggi sono un luogo perfetto per iniziare e per suscitare la domanda: “E poi?”.
Ciò nonostante, non direi che la quantità di materiale sia un difetto per questi saggi: è piuttosto più simile a un’occhiata veloce nello specchio di Galadriel. Ogni argomento consente di tornare a un testo, o di scoprirlo per la prima volta, attraverso le lenti degli studi tolkieniani.


Ass. Cult. Medievaleggiando
Un modo per approcciare l’opera tolkieniana da un differente punto di vista, per inserirla all’interno di un percorso di studi non solo di letteratura inglese, per osservare come i grandi temi dell’umanità attraversano confini geografici, temporali e di forma. Un percorso per riscoprire in ogni saggio la grandezza dell’autore britannico, che in Italia a lungo è stato considerato solo una forma di intrattenimento, una distrazione, ma la cui profondità culturale e umana lo collocano a pieno titolo tra i Maestri della Letteratura.


La Biblioteca di Saccoforino
Tolkien e i Classici I […] è frutto di una felicissima iniziativa dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Questo primo volume (è da pochissimo uscito il secondo) contiene venti saggi di altrettanti autori che confrontano l’opera del Professore con quella di autori antichi, medievali o moderni; si va da Agostino a Chrétrien de Troyes, da Coleridge a Dostoevskij, da Manzoni a Orwell, in una straordinaria girandola di interpretazioni e suggestioni.

1

Collana I Rami:
Tolkien e i classici I

A cura di R. Arduini, C. Barella, G. Canzonieri e C.A. Testi; 2019

Hai mai collegato Tolkien a Dante?
O a Omero, Chaucer o Coleridge?
O ancora, a Orwell o Collodi?

Dopo più di 80 anni dalla pubblicazione dello Hobbit, Tolkien è ormai uno dei grandi classici della letteratura. In questa raccolta di saggi di studiosi italiani e stranieri, potrai scoprire ispirazioni, suggestioni, origini e talvolta relazioni davvero inaspettate, tra antichità, medioevo ed età moderna.

RECENSIONI

Edward L. Risden su Journal of Inkling Studies
I believe the editors accomplished what they set out to do: both graduate and undergraduate students will find the topics and bibliographic resources helpful; moreover, the volume, apt for stimulating student research linking Tolkien with their own favourite authors, should make a valuable acquisition for academic libraries. […] While the essays vary in quality (as they will in almost any collection), each provides interesting comparisons that may encourage further exploration of the matrix of Tolkien’s literary influences and foster a better understanding of literary resonance. The references span a broad range of Tolkien’s work, from the most popular to the most esoteric, and they support the idea of Tolkien as a ‘classic’ by displaying what he shares with many other classic authors, old and new.


Willow di Pasquale su Mythlore
Tolkien and the Classics offers a refreshing assortment of perspectives on Tolkien’s works, connecting his writings to various canonical authors from the past. In doing so, the writers in this volume include both instantly recognizable Tolkien scholars (Tom Shippey and Amelia A. Rutledge, for example) and new contributors from such varied backgrounds as musicology, computer science, philosophy, and cultural management. This combination of lay and expert criticism furthers the pleasure provided by this collection—readers will find the variety of subjects and foci both accessible and stimulating. For the scholar, the student, and the enthusiast, Tolkien and the Classics is an enriching read. […] Accessible, enlightening, and entertaining, these essays add valuable voices to the current Tolkien studies discourse, highlighting the impressive range of scholarship being conducted and, one would hope, sparking curiosity in readers for scholarship yet to be explored. It is an invitation to return, to re-read the “greats,” and to see what new and exciting connections to Tolkien and his writings yet exist. In my estimation, this collection accomplishes what engaging scholarship should: it leaves one wanting more, in the best sense.


Luke Shelton su Journal of Tolkien Research
Tolkien e i Classici è un testo utile da avere quando si insegna in un corso di studi su Tolkien che si focalizza sulla critica testuale o sulla storia culturale poiché aiuta a presentare le influenze di altri scrittori su Tolkien e le idee che stavano circolando tra gli autori a lui contemporanei. È un volume accessibile a un ampio pubblico e la ricerca presentata è attendibile. Può essere un utile strumento anche per gli studiosi neofiti che vogliono avere una fonte che fornisca una veloce panoramica delle relazioni di Tolkien con altri eminenti autori. Tuttavia, questi neofiti dovrebbero considerare il testo come un punto di partenza che li indirizzi verso ricerche più approfondite, non come l’ultima parola sull’argomento.


Tom Hewitt su Mallorn
I curatori affermano che gli scopi di questa raccolta sono supportare la consapevolezza dell’importanza di un’interpretazione accademica dell’opera di Tolkien e offrire uno studio che possa essere utilizzato e apprezzato dagli studenti e dai docenti. Infatti, l’AIST osserva come gli scritti e gli studi accademici su Tolkien stiano diventando più diffusi a livello universitario e delle scuole di secondo grado. Considerando i suoi scopi, questo volume potrebbe essere uno strumento molto efficace: i saggi sono scritti in uno stile completamente accessibile e tuttavia non banalizzano il contenuto.
Complessivamente, il vantaggio e lo svantaggio di questi saggi sono nella loro brevità. La magia di questo volume può essere proprio quella di poter fruire ogni saggio in una breve sessione di lettura. Poiché lo scopo ricercato è aiutare gli insegnanti nel presentare Tolkien in un contesto legittimo, questi saggi sono un luogo perfetto per iniziare e per suscitare la domanda: “E poi?”.
Ciò nonostante, non direi che la quantità di materiale sia un difetto per questi saggi: è piuttosto più simile a un’occhiata veloce nello specchio di Galadriel. Ogni argomento consente di tornare a un testo, o di scoprirlo per la prima volta, attraverso le lenti degli studi tolkieniani.


Ass. Cult. Medievaleggiando
Un modo per approcciare l’opera tolkieniana da un differente punto di vista, per inserirla all’interno di un percorso di studi non solo di letteratura inglese, per osservare come i grandi temi dell’umanità attraversano confini geografici, temporali e di forma. Un percorso per riscoprire in ogni saggio la grandezza dell’autore britannico, che in Italia a lungo è stato considerato solo una forma di intrattenimento, una distrazione, ma la cui profondità culturale e umana lo collocano a pieno titolo tra i Maestri della Letteratura.


La Biblioteca di Saccoforino
Tolkien e i Classici I […] è frutto di una felicissima iniziativa dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Questo primo volume (è da pochissimo uscito il secondo) contiene venti saggi di altrettanti autori che confrontano l’opera del Professore con quella di autori antichi, medievali o moderni; si va da Agostino a Chrétrien de Troyes, da Coleridge a Dostoevskij, da Manzoni a Orwell, in una straordinaria girandola di interpretazioni e suggestioni.

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Collana I Rami: Tolkien e i classici II

A cura di R. Arduini, C. Barella, G. Canzonieri e C.A. Testi; 2018 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani


Questo secondo volume di Tolkien e i Classici ci porta a scoprire inediti percorsi tra la Terra di Mezzo e i grandi classici della letteratura, partendo da Antiche figure eroiche e Grandi bardi, come Seneca e Ariosto, passando per Idee romantiche, tra Edgar Allan Poe e Walter Scott, per poi giungere ai Tempi moderni di Joyce e Yeats.

Questa raccolta di saggi, ci mostra, ancora una volta, come le opere di Tolkien siano entrate a buon diritto tra i classici della letteratura mondiale.

RECENSIONI

Ass. Cult. Medievaleggiando
Il progetto “Tolkien e i classici” torna con una seconda pubblicazione e altri 18 saggi dedicati al confronto tra le opere del professore oxoniense e i grandi classici di tutti i tempi. Suddiviso in 4 sezioni tematiche (“Antiche figure eroiche”, “I grandi bardi”, “Idee romantiche” e “Tempi moderni”), gli amanti del Medioevo e del medievalismo troveranno anche in questo volume autori cari come Thomas Malory, Ludovico Ariosto e il padre del romanzo storico Walter Scott. Un caleidoscopio di prospettive che ancora non esaurisce le possibilità di studio e analisi della produzione tolkieniana, frutto del lavoro non di una vita, ma di due: quella di J.R.R. Tolkien e quella del figlio Christopher, scomparso agli inizi di questo anno, che ha dedicato gran parte del suo tempo alla pubblicazione delle opere inedite del padre, che rappresentano la maggioranza dei testi che possiamo leggere oggi (ma che ancora non sono la totalità di quanto il Professore creò). Tanto è stato scritto, tanto c’è ancora da scrivere.

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Collana I Rami:
Tolkien e i classici II

A cura di R. Arduini, C. Barella, G. Canzonieri e C.A. Testi; 2018 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani

Questo secondo volume di Tolkien e i Classici ci porta a scoprire inediti percorsi tra la Terra di Mezzo e i grandi classici della letteratura, partendo da Antiche figure eroiche e Grandi bardi, come Seneca e Ariosto, passando per Idee romantiche, tra Edgar Allan Poe e Walter Scott, per poi giungere ai Tempi moderni di Joyce e Yeats.

Questa raccolta di saggi, ci mostra, ancora una volta, come le opere di Tolkien siano entrate a buon diritto tra i classici della letteratura mondiale.

RECENSIONI

Ass. Cult. Medievaleggiando
Il progetto “Tolkien e i classici” torna con una seconda pubblicazione e altri 18 saggi dedicati al confronto tra le opere del professore oxoniense e i grandi classici di tutti i tempi. Suddiviso in 4 sezioni tematiche (“Antiche figure eroiche”, “I grandi bardi”, “Idee romantiche” e “Tempi moderni”), gli amanti del Medioevo e del medievalismo troveranno anche in questo volume autori cari come Thomas Malory, Ludovico Ariosto e il padre del romanzo storico Walter Scott. Un caleidoscopio di prospettive che ancora non esaurisce le possibilità di studio e analisi della produzione tolkieniana, frutto del lavoro non di una vita, ma di due: quella di J.R.R. Tolkien e quella del figlio Christopher, scomparso agli inizi di questo anno, che ha dedicato gran parte del suo tempo alla pubblicazione delle opere inedite del padre, che rappresentano la maggioranza dei testi che possiamo leggere oggi (ma che ancora non sono la totalità di quanto il Professore creò). Tanto è stato scritto, tanto c’è ancora da scrivere.

3

Collana I Rami: Il Fabbro di Oxford

Wu Ming 4; a cura di R. Arduini; 2019


Da dove J.R.R. Tolkien traeva le sue storie?
Come nascevano i suoi personaggi?
E, soprattutto, come riuscì lo scrittore inglese a trasmettere il suo pensiero attraverso le loro parole e azioni?

Il lavoro di Wu Ming 4 muove da queste domande per mostrare il lavoro “artigianale” dello scrittore.
Come un fabbro paziente e certosino, Tolkien ha costruito le sue narrazioni attingendo dalla materia dei suoi campi di studio, la filologia e la letteratura medievale, per affrontare temi al tempo stesso universali e legati alla nostra epoca.

RECENSIONI

Ass. Cult. Medievaleggiando
L’autore approfondisce le origini dell’ispirazioni del Professore, a volte gettando uno sguardo panoramico, a volte focalizzandosi sulle particolarità di alcuni personaggi, mai banali e sempre più complessi di quanto non appaiano ad un primo sguardo superficiale.
La subcreazione del suo mondo è per Tolkien un’operazione complessa, frutto di numerosi tentativi, e approcciare questo processo di creazione, dove si mescolano la grande conoscenza del Professore e la sua prodigiosa fantasia, può essere affascinante tanto quanto ammirare l’opera completata. Corredato da una prefazione del saggista e traduttore Edoardo Rialti, si tratta di un libro accessibile anche per chi è poco abituato alla saggistica, ma vuole iniziare ad approcciare lo studio degli scritti tolkieniani.


Alena Afanasyeva
I saggi raccolti nel libro non sono omogenei, la maggior parte è di carattere piuttosto generico, ma offre un panorama delle diverse tematiche degli studi tolkieniani svolti all’estero e in Italia. Gli articoli che ho gradito particolarmente sono invece quelli dove l’autore esplora un personaggio specifico o un tema a lui particolarmente caro. Così sono i saggi dedicati a Bilbo, ad Aragorn, all’ofermod e alla guerra e antimilitarismo. Ho anche apprezzato la recensione del libro Santi pagani nella Terra di Mezzo – un vero dialogo tra due tolkienisti che spinge verso una riflessione più attenta sulle tesi proposte nel saggio di C.A. Testi.


Alessandro Palladino per N3rdcore.it
Una raccolta di interventi riguardanti il lavoro di Tolkien, principalmente incentrati sulla costruzione dei suoi personaggi letterali. Anche qui, l’importanza del processo creativo avviato dalle fonti del passato viene sottolineata ampiamente, trovando nelle storie che appassionavano Tolkien la voglia di continuarle e di riscriverle. Un sentimento comune perfino a molti altri scrittori più o meno famosi, che sorprendentemente è proprio alla base della letteratura del maestro o, almeno, lo è nello spettro del suo esordio. Per quanto si voglia guardare tra le pagine dei suoi lavori meno datati, si ritroverà sempre la presenza di questo horror vacui del fan che vuole andare avanti nell’avventura appena finita tra le pagine di un libro. Da qui si prendono figure archetipe, le si imprigiona tra le mani e le si plasma rendendole nuovi personaggi adatti a un mondo moderno. Un processo che accomuna diverse figure tra Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e i racconti esterni a essi, trovando nel concetto della guerra un punto di estrema vicinanza e uno spunto di riflessione enorme per noi amanti dell’autore.


Paolo Nardi – La spelonca del libro
Esce Il fabbro di Oxford, un libro che raccoglie interventi che risalgono al periodo 2014-2017 e che sono stati tenuti in contesti e occasioni molto diversi tra loro (convegni accademici, festival letterari e fiere del fumetto). Si tratta quindi di un saggio meno organico ma non meno appassionante, che si focalizza già dal titolo (che cita anche implicitamente Il fabbro di Wootton Major) sull’attività artigiana di Tolkien come scrittore e il suo valore letterario. Wu Ming affronta Tolkien esattamente come lo ha già affrontato in Difendere la Terra di Mezzo, ovvero cercando «di illustrare il modo in cui ha costruito i personaggi e le storie attingendo alla grande conoscenza della propria materia di studio – la filologia e la letteratura medievale – e come sia riuscito ad attualizzare quest’ultima attraverso l’invenzione narrativa» e la rielaborazione moderna di tematiche e figure prese dalla letteratura medievale e dalle saghe nordiche. Tolkien non si limita a citare e ricalcare in maniera sterile o nostalgica le sue fonti di ispirazione, ma le riplasma e riadatta, le riforgia in maniera creativa, per parlare alla contemporaneità. In caso contrario, se fosse soltanto un autore mimetico e imitativo, non saremmo nemmeno qui a parlare di lui. Gli eroi classici nella Terra di Mezzo ci sono ma vengono trasformati e cedono il passo a una figura di tipo nuovo: l’uomo comune. La stessa Contea è la parte «più prossima al mondo moderno, dal punto di vista dei costumi e della mentalità», e Bilbo Baggins «certo non può essere un eroe vecchio stampo, un dragonslayer del tipo di Sigurd o Beowulf» (tanto che Shippey lo ha definito uno “scassinatore borghese”). In questo modo Tolkien compie una riflessione moderna su grandi temi come la morte, il potere e l’eroismo, e lo fa utilizzando e attualizzando il mito, in un dialogo assolutamente personale con autori come Robert Graves, Albert Camus, George Orwell e Simone Weil, proprio come «in Difendere la Terra di Mezzo si mostrava come gli interrogativi al cuore delle opere di Tolkien sorgessero dalle medesime sfide conoscitive ed esistenziali di una Simone de Beauvoir» (come scrive Edoardo Rialti nella Prefazione); insomma, un autore ben diverso da quello in fuga dal mondo moderno che qualcuno, soprattutto in Italia, ha sempre cercato di far passare.


FRANCO PEZZINI – CARMILLAONLINE.COM
Senza piaggerie – di cui l’autore del libro non ha bisogno – studi come questo sono un esempio eccellente del tipo di critica oggi necessaria in materia di fantasy (e non solo, ma limitiamoci al particulare). Benvenute le opere compilative ad ampio raggio, che se felicemente realizzate possono essere preziose per inquadrare il fenomeno nella sua latitudine; benvenuto anche un certo approccio ruspante in chiave fandom. Ma se non andiamo a incalzare nel rispetto della relativa complessità i singoli testi, la genesi, le fonti, le convinzioni di un autore – anche quando non dice ciò che ci piacerebbe sentire, e tenendo distinti la sua soggettività storica e l’impatto di opere che vanno oltre lui – ci fermeremo alla rifrittura delle stesse banalità e dei soliti travisamenti. In un tempo come il nostro in cui la banalizzazione è premiata, e il successo diluviale di un genere popolare come il fantasy vede un inevitabile scarto tra quantità e qualità delle voci, sia in termini di narrativa che di riflessione sulla medesima (gli autori si propongono spesso come critici tramite web e social), Il fabbro di Oxford è un prezioso richiamo alla complessità.


Teofilatto dei Leonzi
Si va dai saggi più divulgativi o introduttivi al mondo della critica tolkieniana (cosa non certo banale visto che i nomi grossi degli studi tolkieniani internazionali sono arrivati sugli scaffali delle librerie italiane solo di recente, con qualche virtuosa eccezione), al ritorno dei temi cari a Federico Guglielmi, in primis la guerra e l’eroismo declinati in maniera del tutto originale da Tolkien. Ho sempre trovato particolarmente interessante osservare un’opera narrativa attraverso gli occhi di un altro narratore, perché a differenza di una degustazione di vini con un sommelier, non è necessario agitare il bicchiere fingendo di sapere cos’è un tannino, ma il lettore può mettere in gioco le sue impressioni e confrontarle con quelle di chi sta “dall’altra parte della pagina”, in un incontro assolutamente paritario e proficuo. E il narratore WM emerge chiaramente nel saggio “Do you believe in fairies?. Appunti per un volo pindarico tra il Lake District e Neverland”, in cui sovrapponendo diversi piani temporali tra la tarda epoca vittoriana e la prima metà del ‘900 ricrea in brevi pennellate il contesto culturale e storico della narrativa fantastica inglese. Tra le fascinazioni gotico-esoteriche vittoriane e la sconvolgente nascita del secolo breve con la Grande Guerra irrompe Tolkien con la sua irriducibile personalità e complessità. E poi la guerra, quella vera delle trincee e dei gas, del massacro delle Somme, e quella delle pagine del Legendarium, che dialogano a distanza e si interrogano sulla differenza tra eroismo e militarismo, obbedienza e opportunità, saggezza e cieco orgoglio. A rappresentare questi temi vengono chiamati Aragorn con la sua regalità che trascende quella del re medievale per farsi vero servitium nella Terra di Mezzo, generato anche attraverso il dubbio e l’umiltà; l'”intellettuale” Faramir, amico del saggio Gandalf, e vero eroe, ma che ottiene le sue migliori vittorie come guerrigliero con i suoi ranger mimetici dell’Ithilien; Sam e Frodo che si confrontano con l’orrore della guerra, il primo contemplando il cadavere del povero Haradrim portato a combattere in terra straniera dalla minaccia o dalla “propaganda” di Sauron, e il secondo a gestire la necessaria rivolta della Contea contro gli sgherri di Sharkey-Saruman, con il disgusto per la violenza, la pietà e la necessità del combattimento fusi assieme in un sentimento poco confortevole per il lettore, ma che è specchio di chi la guerra e i massacri li ha visti davvero. La sensibilità di Tolkien per il tema della guerra e dell’eroismo però travalica i confini della Terra di Mezzo ed entra anche nella produzione accademica del Professore: il Beorhtnoth è il “sequel” del poemetto medievale frammentario “la battaglia di Maldon” in cui si compie quello che Tom Shippey (erede della stessa cattedra oxoniense di Tolkien) definisce senza mezzi termini il “parricidio” dell’ideale nordico della gloria e del sacrificio, mostrando appieno la portata dell’etica cristiana di Tolkien, molto più che nelle letture marcatamente confessionali dell’opera tolkieniana che spesso appiattiscono ad icona la figura fortemente tridimensionale e chiaroscurata di un gigante della letteratura del XX secolo. In definitiva una bella raccolta di interventi che secondo me hanno il maggior pregio di far nascere connessioni inaspettate nella mente del lettore, sia per chi è nuovo nel mondo della critica tolkieniana sia per chi ha già “a curriculum” la lettura dei big degli studi tolkieniani come Shippey, Flieger, Garth e gli altri.

3

Collana I Rami:
Il Fabbro di Oxford

Wu Ming 4; a cura di R. Arduini; 2019

Da dove J.R.R. Tolkien traeva le sue storie?
Come nascevano i suoi personaggi?
E, soprattutto, come riuscì lo scrittore inglese a trasmettere il suo pensiero attraverso le loro parole e azioni?

Il lavoro di Wu Ming 4 muove da queste domande per mostrare il lavoro “artigianale” dello scrittore.
Come un fabbro paziente e certosino, Tolkien ha costruito le sue narrazioni attingendo dalla materia dei suoi campi di studio, la filologia e la letteratura medievale, per affrontare temi al tempo stesso universali e legati alla nostra epoca.

RECENSIONI

Ass. Cult. Medievaleggiando
L’autore approfondisce le origini dell’ispirazioni del Professore, a volte gettando uno sguardo panoramico, a volte focalizzandosi sulle particolarità di alcuni personaggi, mai banali e sempre più complessi di quanto non appaiano ad un primo sguardo superficiale.
La subcreazione del suo mondo è per Tolkien un’operazione complessa, frutto di numerosi tentativi, e approcciare questo processo di creazione, dove si mescolano la grande conoscenza del Professore e la sua prodigiosa fantasia, può essere affascinante tanto quanto ammirare l’opera completata. Corredato da una prefazione del saggista e traduttore Edoardo Rialti, si tratta di un libro accessibile anche per chi è poco abituato alla saggistica, ma vuole iniziare ad approcciare lo studio degli scritti tolkieniani.


Alena Afanasyeva
I saggi raccolti nel libro non sono omogenei, la maggior parte è di carattere piuttosto generico, ma offre un panorama delle diverse tematiche degli studi tolkieniani svolti all’estero e in Italia. Gli articoli che ho gradito particolarmente sono invece quelli dove l’autore esplora un personaggio specifico o un tema a lui particolarmente caro. Così sono i saggi dedicati a Bilbo, ad Aragorn, all’ofermod e alla guerra e antimilitarismo. Ho anche apprezzato la recensione del libro Santi pagani nella Terra di Mezzo – un vero dialogo tra due tolkienisti che spinge verso una riflessione più attenta sulle tesi proposte nel saggio di C.A. Testi.


Alessandro Palladino per N3rdcore.it
Una raccolta di interventi riguardanti il lavoro di Tolkien, principalmente incentrati sulla costruzione dei suoi personaggi letterali. Anche qui, l’importanza del processo creativo avviato dalle fonti del passato viene sottolineata ampiamente, trovando nelle storie che appassionavano Tolkien la voglia di continuarle e di riscriverle. Un sentimento comune perfino a molti altri scrittori più o meno famosi, che sorprendentemente è proprio alla base della letteratura del maestro o, almeno, lo è nello spettro del suo esordio. Per quanto si voglia guardare tra le pagine dei suoi lavori meno datati, si ritroverà sempre la presenza di questo horror vacui del fan che vuole andare avanti nell’avventura appena finita tra le pagine di un libro. Da qui si prendono figure archetipe, le si imprigiona tra le mani e le si plasma rendendole nuovi personaggi adatti a un mondo moderno. Un processo che accomuna diverse figure tra Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e i racconti esterni a essi, trovando nel concetto della guerra un punto di estrema vicinanza e uno spunto di riflessione enorme per noi amanti dell’autore.


Paolo Nardi – La spelonca del libro
Esce Il fabbro di Oxford, un libro che raccoglie interventi che risalgono al periodo 2014-2017 e che sono stati tenuti in contesti e occasioni molto diversi tra loro (convegni accademici, festival letterari e fiere del fumetto). Si tratta quindi di un saggio meno organico ma non meno appassionante, che si focalizza già dal titolo (che cita anche implicitamente Il fabbro di Wootton Major) sull’attività artigiana di Tolkien come scrittore e il suo valore letterario. Wu Ming affronta Tolkien esattamente come lo ha già affrontato in Difendere la Terra di Mezzo, ovvero cercando «di illustrare il modo in cui ha costruito i personaggi e le storie attingendo alla grande conoscenza della propria materia di studio – la filologia e la letteratura medievale – e come sia riuscito ad attualizzare quest’ultima attraverso l’invenzione narrativa» e la rielaborazione moderna di tematiche e figure prese dalla letteratura medievale e dalle saghe nordiche. Tolkien non si limita a citare e ricalcare in maniera sterile o nostalgica le sue fonti di ispirazione, ma le riplasma e riadatta, le riforgia in maniera creativa, per parlare alla contemporaneità. In caso contrario, se fosse soltanto un autore mimetico e imitativo, non saremmo nemmeno qui a parlare di lui. Gli eroi classici nella Terra di Mezzo ci sono ma vengono trasformati e cedono il passo a una figura di tipo nuovo: l’uomo comune. La stessa Contea è la parte «più prossima al mondo moderno, dal punto di vista dei costumi e della mentalità», e Bilbo Baggins «certo non può essere un eroe vecchio stampo, un dragonslayer del tipo di Sigurd o Beowulf» (tanto che Shippey lo ha definito uno “scassinatore borghese”). In questo modo Tolkien compie una riflessione moderna su grandi temi come la morte, il potere e l’eroismo, e lo fa utilizzando e attualizzando il mito, in un dialogo assolutamente personale con autori come Robert Graves, Albert Camus, George Orwell e Simone Weil, proprio come «in Difendere la Terra di Mezzo si mostrava come gli interrogativi al cuore delle opere di Tolkien sorgessero dalle medesime sfide conoscitive ed esistenziali di una Simone de Beauvoir» (come scrive Edoardo Rialti nella Prefazione); insomma, un autore ben diverso da quello in fuga dal mondo moderno che qualcuno, soprattutto in Italia, ha sempre cercato di far passare.


FRANCO PEZZINI – CARMILLAONLINE.COM
Senza piaggerie – di cui l’autore del libro non ha bisogno – studi come questo sono un esempio eccellente del tipo di critica oggi necessaria in materia di fantasy (e non solo, ma limitiamoci al particulare). Benvenute le opere compilative ad ampio raggio, che se felicemente realizzate possono essere preziose per inquadrare il fenomeno nella sua latitudine; benvenuto anche un certo approccio ruspante in chiave fandom. Ma se non andiamo a incalzare nel rispetto della relativa complessità i singoli testi, la genesi, le fonti, le convinzioni di un autore – anche quando non dice ciò che ci piacerebbe sentire, e tenendo distinti la sua soggettività storica e l’impatto di opere che vanno oltre lui – ci fermeremo alla rifrittura delle stesse banalità e dei soliti travisamenti. In un tempo come il nostro in cui la banalizzazione è premiata, e il successo diluviale di un genere popolare come il fantasy vede un inevitabile scarto tra quantità e qualità delle voci, sia in termini di narrativa che di riflessione sulla medesima (gli autori si propongono spesso come critici tramite web e social), Il fabbro di Oxford è un prezioso richiamo alla complessità.


Teofilatto dei Leonzi
Si va dai saggi più divulgativi o introduttivi al mondo della critica tolkieniana (cosa non certo banale visto che i nomi grossi degli studi tolkieniani internazionali sono arrivati sugli scaffali delle librerie italiane solo di recente, con qualche virtuosa eccezione), al ritorno dei temi cari a Federico Guglielmi, in primis la guerra e l’eroismo declinati in maniera del tutto originale da Tolkien. Ho sempre trovato particolarmente interessante osservare un’opera narrativa attraverso gli occhi di un altro narratore, perché a differenza di una degustazione di vini con un sommelier, non è necessario agitare il bicchiere fingendo di sapere cos’è un tannino, ma il lettore può mettere in gioco le sue impressioni e confrontarle con quelle di chi sta “dall’altra parte della pagina”, in un incontro assolutamente paritario e proficuo. E il narratore WM emerge chiaramente nel saggio “Do you believe in fairies?. Appunti per un volo pindarico tra il Lake District e Neverland”, in cui sovrapponendo diversi piani temporali tra la tarda epoca vittoriana e la prima metà del ‘900 ricrea in brevi pennellate il contesto culturale e storico della narrativa fantastica inglese. Tra le fascinazioni gotico-esoteriche vittoriane e la sconvolgente nascita del secolo breve con la Grande Guerra irrompe Tolkien con la sua irriducibile personalità e complessità. E poi la guerra, quella vera delle trincee e dei gas, del massacro delle Somme, e quella delle pagine del Legendarium, che dialogano a distanza e si interrogano sulla differenza tra eroismo e militarismo, obbedienza e opportunità, saggezza e cieco orgoglio. A rappresentare questi temi vengono chiamati Aragorn con la sua regalità che trascende quella del re medievale per farsi vero servitium nella Terra di Mezzo, generato anche attraverso il dubbio e l’umiltà; l'”intellettuale” Faramir, amico del saggio Gandalf, e vero eroe, ma che ottiene le sue migliori vittorie come guerrigliero con i suoi ranger mimetici dell’Ithilien; Sam e Frodo che si confrontano con l’orrore della guerra, il primo contemplando il cadavere del povero Haradrim portato a combattere in terra straniera dalla minaccia o dalla “propaganda” di Sauron, e il secondo a gestire la necessaria rivolta della Contea contro gli sgherri di Sharkey-Saruman, con il disgusto per la violenza, la pietà e la necessità del combattimento fusi assieme in un sentimento poco confortevole per il lettore, ma che è specchio di chi la guerra e i massacri li ha visti davvero. La sensibilità di Tolkien per il tema della guerra e dell’eroismo però travalica i confini della Terra di Mezzo ed entra anche nella produzione accademica del Professore: il Beorhtnoth è il “sequel” del poemetto medievale frammentario “la battaglia di Maldon” in cui si compie quello che Tom Shippey (erede della stessa cattedra oxoniense di Tolkien) definisce senza mezzi termini il “parricidio” dell’ideale nordico della gloria e del sacrificio, mostrando appieno la portata dell’etica cristiana di Tolkien, molto più che nelle letture marcatamente confessionali dell’opera tolkieniana che spesso appiattiscono ad icona la figura fortemente tridimensionale e chiaroscurata di un gigante della letteratura del XX secolo. In definitiva una bella raccolta di interventi che secondo me hanno il maggior pregio di far nascere connessioni inaspettate nella mente del lettore, sia per chi è nuovo nel mondo della critica tolkieniana sia per chi ha già “a curriculum” la lettura dei big degli studi tolkieniani come Shippey, Flieger, Garth e gli altri.

4

Collana I Rami: Paesaggi della Terra di Mezzo

A cura di R. Arduini, C. Barella; 2021 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani


Nonostante il mondo immaginario di Tolkien sia pieno di creature fantastiche (Baccadoro, Aragne, Barbalbero), gli ambienti naturali sono davvero “reali” e richiamano il nostro mondo: i giardini di Gondor somigliano a quelli italiani, le Morte Paludi ricordano le Fiandre della Grande Guerra.

Così Il Signore degli Anelli mette in guardia da un’industrializzazione sfrenata – una sensibilità divenuta determinante proprio negli ultimi anni.

Questo volume vuole illustrare come il viaggio nella Terra di Mezzo sia la ricerca di un equilibrio con la natura.

4

Collana I Rami:
Paesaggi della Terra di Mezzo

A cura di R. Arduini, C. Barella; 2021 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani

Nonostante il mondo immaginario di Tolkien sia pieno di creature fantastiche (Baccadoro, Aragne, Barbalbero), gli ambienti naturali sono davvero “reali” e richiamano il nostro mondo: i giardini di Gondor somigliano a quelli italiani, le Morte Paludi ricordano le Fiandre della Grande Guerra.

Così Il Signore degli Anelli mette in guardia da un’industrializzazione sfrenata – una sensibilità divenuta determinante proprio negli ultimi anni.

Questo volume vuole illustrare come il viaggio nella Terra di Mezzo sia la ricerca di un equilibrio con la natura.

5

Collana Le Foglie:
Riscrivere la leggenda

Valérie Morisi; prefazione di R. Arduini; 2019

Oltre a essere scrittore e inventore della Terra di Mezzo, Tolkien fu Professore e filologo all’Università di Oxford. In pochi però sanno che lui amava studiare le antiche leggende

… per poi riscriverle a modo suo!

In questo libro, l’autrice ci guida alla scoperta di una di queste storie da lui amate e riscritte, tra draghi, valchirie, nani, spade spezzate e un anello magico maledetto…
La leggenda di Sigurd e Gudrún!

RECENSIONI

Alessandro Palladino per N3rdcore.it
L’autrice Valérie Morisi studia “La Leggenda di Sigurd e Gudrun”, scritto nel quale Tolkien prende il ciclo dei nibelunghi come base di partenza per proporre una storia inedita, rielaborata in tantissimi modi sia nello storico dell’autore che in quello generale della letteratura. […] L’obiettivo non era certo quello di fare l’amanuense di un qualcosa di già narrato, piuttosto la volontà e caratteristica dello scritto era di fornire al pubblico un intero nuovo universo partendo da una base già calcata nel passato, trovando la sua anima nel limbo tra nuovo e antico in più di un aspetto


Paolo Nardi – La spelonca del libro
Che ci si creda o no, anche il Tolkien minore crea saggistica di primo livello. È il caso di questo Riscrivere la leggenda. Tolkien e il medievalismo di Sigurd e Gudrún, scritto dalla bravissima e attentissima Valérie Morisi su una delle opere più sconosciute del Professore di Oxford, La leggenda di Sigurd e Gudrún, uscito una decina di anni fa a cura del figlio Christopher ma risalente agli anni Venti-Trenta e facente riferimento al corrispettivo norreno del ciclo tedesco di Sigfrido e dei Nibelunghi. La leggenda in questione presenta tutti gli elementi tipici della mitologia nordica: il drago Fafnir, il dio Odino, la valchiria Brynhild, la spada spezzata e riforgiata, il tesoro e l’anello magico su cui grava una maledizione.

5

Collana Le Foglie: Riscrivere la leggenda

Valérie Morisi; prefazione di R. Arduini; 2019


Oltre a essere scrittore e inventore della Terra di Mezzo, Tolkien fu Professore e filologo all’Università di Oxford. In pochi però sanno che lui amava studiare le antiche leggende

… per poi riscriverle a modo suo!

In questo libro, l’autrice ci guida alla scoperta di una di queste storie da lui amate e riscritte, tra draghi, valchirie, nani, spade spezzate e un anello magico maledetto…
La leggenda di Sigurd e Gudrún!

RECENSIONI

Alessandro Palladino per N3rdcore.it
L’autrice Valérie Morisi studia “La Leggenda di Sigurd e Gudrun”, scritto nel quale Tolkien prende il ciclo dei nibelunghi come base di partenza per proporre una storia inedita, rielaborata in tantissimi modi sia nello storico dell’autore che in quello generale della letteratura. […] L’obiettivo non era certo quello di fare l’amanuense di un qualcosa di già narrato, piuttosto la volontà e caratteristica dello scritto era di fornire al pubblico un intero nuovo universo partendo da una base già calcata nel passato, trovando la sua anima nel limbo tra nuovo e antico in più di un aspetto


Paolo Nardi – La spelonca del libro
Che ci si creda o no, anche il Tolkien minore crea saggistica di primo livello. È il caso di questo Riscrivere la leggenda. Tolkien e il medievalismo di Sigurd e Gudrún, scritto dalla bravissima e attentissima Valérie Morisi su una delle opere più sconosciute del Professore di Oxford, La leggenda di Sigurd e Gudrún, uscito una decina di anni fa a cura del figlio Christopher ma risalente agli anni Venti-Trenta e facente riferimento al corrispettivo norreno del ciclo tedesco di Sigfrido e dei Nibelunghi. La leggenda in questione presenta tutti gli elementi tipici della mitologia nordica: il drago Fafnir, il dio Odino, la valchiria Brynhild, la spada spezzata e riforgiata, il tesoro e l’anello magico su cui grava una maledizione.

6

Collana I Quaderni di Arda: Tolkien e la letteratura della Quarta Era

A cura di R. Arduini, Wu Ming 4; 2020
in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani


La prima rivista accademica italiana interamente dedicata a J.R.R. Tolkien e al mondo del fantastico: questo è il primo numero, in un’elegantissima edizione cartonata di pregio.

Raccoglie gli Atti dell’omonimo convegno tenutosi all’Università di Trento: sei pronto a scoprire come Tolkien riuscì a recuperare una lunga tradizione letteraria… e a rimetterla in gioco nella narrativa del XX secolo?

RECENSIONI

WuMingFoundation.com
Uno sputnik costruito in garage… è entrato in orbita. È l’immagine più adatta per definire questa rivista, che battezza il suo numero 2, quello del 2021[…]. Accanto a studi filologici, stilistici, storico-letterari, si trovano articoli sui punti di contatto tra Tolkien e la narrativa fantascientifica e horror, sulle traduzioni delle sue storie attraverso le arti grafiche e la musica, sugli sviluppi transmediali del racconto tolkieniano o sulle mappe come supporto fondamentale alla “sub-creazione” di mondo. Si va dalla filologia germanica, alle recensioni di saggi e cataloghi, all’indagine sulla fan fiction, abbattendo qualunque barriera architettonica che possa porsi in mezzo, eccetto quella della serietà d’approccio […]. Nell’esperienza dei Quaderni di Arda, accademici, traduttori, giornalisti, critici letterari, studiosi dilettanti e semplici appassionati, sono coinvolti in un progetto che conta già due numeri […] che rappresentano di per sé due raccolte di saggi tra le più originali ed eterogenee prodotte in contesto italiano sull’autore in questione».

6

Collana I Quaderni di Arda:
Tolkien e la letteratura
della Quarta Era

A cura di R. Arduini, Wu Ming 4; 2020
in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani

La prima rivista accademica italiana interamente dedicata a J.R.R. Tolkien e al mondo del fantastico: questo è il primo numero, in un’elegantissima edizione cartonata di pregio.

Raccoglie gli Atti dell’omonimo convegno tenutosi all’Università di Trento: sei pronto a scoprire come Tolkien riuscì a recuperare una lunga tradizione letteraria… e a rimetterla in gioco nella narrativa del XX secolo?

Una vera chicca da intenditori.

7

Collana I Quaderni di Arda:
Tolkien e la traduzione

A cura di R. Arduini, Wu Ming 4; 2021 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani


Il secondo numero della prima rivista accademica italiana interamente dedicata a J.R.R. Tolkien e al mondo del fantastico: raccoglie gli Atti del convegno “Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore” tenutosi all’Università di Trento nel 2020.

Tra i relatori, Ottavio Fatica e Luca Manini, due degli attuali traduttori di Tolkien in Italia, affiancati da traduttori in altri paesi, professori studiosi che analizzano storie editoriali e pratiche di traduzione.

Imperdibile, dato lo scalpore generato dalla nuova traduzione del Signore degli Anelli!

7

Collana I Quaderni di Arda:
Tolkien e la traduzione

A cura di R. Arduini, Wu Ming 4; 2021 in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani

Il secondo numero della prima rivista accademica italiana interamente dedicata a J.R.R. Tolkien e al mondo del fantastico: raccoglie gli Atti del convegno “Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore” tenutosi all’Università di Trento nel 2020.

Tra i relatori, Ottavio Fatica e Luca Manini, due degli attuali traduttori di Tolkien in Italia, affiancati da traduttori in altri paesi, professori studiosi che analizzano storie editoriali e pratiche di traduzione.

Imperdibile, dato lo scalpore generato dalla nuova traduzione del Signore degli Anelli!

“IL MIO TESSSORO!

Ed ecco qui: per te, il pacchetto di libri pensato per un vero fan, appassionato o studioso che voglia davvero addentrarsi in ogni più piccolo meandro della Terra di Mezzo.

La nostra missione come casa editrice è proprio quella di divulgare gli studi di Tolkien il più possibile
… ma non ci accontentiamo di questo.

Per i nostri libri, vogliamo solo il meglio: per questo il nostro team è composto di esperti e studiosi tolkieniani di lunga data.

Sappiamo che sei esigente, e vuoi leggere solo libri di qualità, attentamente studiati e curati…

J.R.R. Tolkien e il fantasy oggi hanno un grande seguito, ma noi crediamo che sia fondamentale trattarli con tutta la cura e la professionalità possibili, eliminando dicerie e imprecisioni che sul web troppo spesso rimbalzano ovunque.

Non solo, ogni libro è studiato in ogni dettaglio: dalla scelta del formato a quella della carta, alle copertine con le illustrazioni di importanti artisti tolkieniani, ai progetti grafici dedicati per evocare al meglio le atmosfere della Terra di Mezzo, siamo fieri di esporre ognuno dei nostri titoli.

Voglio subito i 7 libri a soli 135€!

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Sappiamo che sei esigente, e vuoi leggere solo libri di qualità, attentamente studiati e curati…

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Potrai vedere questa pagina solo in questo momento: d’altronde l’avventura (o gli Stregoni come Gandalf) bussano una volta sola alla porta.

Perciò, se ti interessano solo pubblicazioni superficiali o di massa, o se pensi che Il Signore degli Anelli e Harry Potter siano “la stessa roba”, puoi chiuderla tranquillamente e lasciar perdere.

Ma se invece per te J.R.R. Tolkien e l’universo da lui creato sono davvero importanti e affascinanti, e ti sta a cuore:

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scoprire da dove J.R.R. Tolkien abbia tratto ispirazione e fin dove sia arrivato nel suo viaggio

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LA CRITICA TOLKIENIANA IN ITALIA:
come nascono I Quaderni di Arda

Prima di decidere, sei curioso di approfondire questo vasto quanto interessante argomento?

Abbiamo il video che fa per te!

Ne parlano Matteo Filicetti, presidente dell’associazione culturale NovaGulp, e Roberto Arduini,
presidente AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani e membro del Comitato Scientifico dei Quaderni di Arda.

Scoprilo in questo video!

LA CRITICA TOLKIENIANA IN ITALIA:
come nascono I Quaderni di Arda

Prima di decidere, sei curioso di approfondire questo vasto quanto interessante argomento?

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Ne parlano Matteo Filicetti, presidente dell’associazione culturale NovaGulp, e Roberto Arduini,
presidente AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani e membro del Comitato Scientifico dei Quaderni di Arda.

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